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Ragione o emozione?

La ragione a rigore non si pone  “contro” le emozioni. Si crede falsamente che la persona razionale diffidi di ogni manifestazione emotiva, propria o altrui, bloccandola sul nascere o incapsulandola in un angolo remoto del proprio essere. 

Aiuto psicoterapeutico

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Altri articoli sul disagio contemporaneo

Il valore del presente

Il presente solo raramente è del tutto privo di bellezza, ma spessissimo lo sfuggiamo, lo manchiamo perché distolti dalle preoccupazioni o dalle attese, dall pensiero di ciò che intravediamo all’orizzonte come possibile

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Christmas Blues: la tristezza delle feste

Chi lavora con il disagio emotivo lo sa bene: il Natale è in grado, più che di allietare i cuori, di aprire vecchie ferite o di acuire lacerazioni non ancora rimarginate. 

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Vedere ascoltando

Ascoltare è il mestiere dello psicoanalista. A lui non servono occhi per "vedere" i suoi pazienti, il suo approccio all'umano mette fra parentesi lo sguardo, inteso come catalogazione, giudizio, misura, conoscenza a priori. A pensarci bene infatti la vista espone all'abbaglio, alla fascinazione così come alla repulsione perché coglie dell'altro caratteristiche meramente esteriori e superficiali.

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Perché paragonarsi agli altri è un errore?

Paragonarsi agli altri è un atteggiamento che non solo non favorisce alcun benessere ma costituisce persino un ostacolo a un miglioramento di sintomi o comportamenti patologici.

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Le ricchezze della timidezza

Nella società contemporanea essere introversi, riservati, di fondo timidi può sembrare a prima vista un handicap. Il modello culturale dominante tende infatti a incentivare chi si esibisce, chi è abile cioè, sul lavoro, nelle situazioni sociali o nei confronti dell'altro sesso, a catalizzare l'attenzione degli altri su di se', attraverso un certo uso del linguaggio e del corpo.

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La malattia "normotica"

Quando si pensa a problematiche di ordine psicologico viene quasi immediato riferirsi a situazioni di disadattamento rispetto alla realtà. Nell'immaginario collettivo cioè la persona sofferente di disturbi psichici è quella che incontra, in maniera più o meno marcata, delle difficoltà nel fronteggiare i compiti e le sfide della vita, preferendo il rifugio nel mondo della fantasia. Questa visione può per certi versi essere condivisibile, benché tenda a ridurre la complessità della questione.

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Femminilità e apertura al desiderio dell'Altro: quando diventa masochismo

La femminilità comporta strutturalmente una sensibilità speciale al desiderio dell'Altro. Questo significa che una donna, nel momento in cui sperimenta una delusione affettiva o amorosa, può facilmente andare incontro a sentimenti di svalorizzazione, di caduta depressiva ai limiti della depersonalizzazione.

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Anaffettività: sintomi e sfumature

Ultimamente nella nostra attività in studio noi psicoterapeuti  stiamo rilevando un alto numero di problematiche psicologiche legate all’anaffettività, ovvero all’incapacità, più o meno marcata, di reperire in se stessi dei sentimenti di natura affettiva verso l’altro.

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Quando il desiderio si eclissa

Moltissime situazioni di sofferenza psicologica, sia nei giovani che negli adulti, hanno alla base la percezione di essersi persi, di brancolare nel buio, di non sapere più bene che cosa si vuole veramente. Un’insonnia, una certa apatia, un’ansia prima sconosciute ad un certo punto della vita compaiono sulla scena.

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Che cosa vuol dire decidere? 

Decidersi, prendere una posizione, capire cosa faccia al caso proprio, non restare perennemente schiavi delle attese degli altri o fermi nell’insoddisfazione, cambiare e sperimentare sono sicuramente atteggiamenti alleati della salute psichica.

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Quando il malessere si fa corpo

Una sofferenza emotiva intensa ma negata, un desiderio soffocato possono trovare come unica via di sfogo quella somatica. Possono cioè trasformarsi in dolori fisici di varia natura, che l'indagine medica definisce "psicosomatici" nella misura in cui non riesce a trovare una chiara eziologia organica.    

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L’atto della scelta

Scegliere non coincide semplicemente con il pensare. Non consegue direttamente da una catena di pensieri o dalle conclusioni di un ragionamento. Comporta un salto, una discontinuità rispetto al piano della pura elaborazione mentale. E’ un momento a sé stante. Implica un atto.

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