Psicoterapia e speranza
La psicoterapia può essere definita come l’arte di risvegliare la speranza, in un senso laico e concreto (la fede religiosa agisce ad un altro livello).
Che cos’è la speranza?
La speranza infatti è ciò che spinge a resistere alle avversità della vita e a non darsi per vinti, a qualsiasi età e in qualsiasi situazione esistenziale.
Questa condizione è diversa dalla fede religiosa perché non contempla la fiducia nella salvezza e nella vita eterna, dunque può essere coltivata anche da chi non crede.
La speranza fiorisce anche ammettendo che il gioco della vita non preveda un approdo finale salvifico.
Al netto delle leggi feroci a cui siamo sottoposti come creature viventi (la fame, il dolore, il fallimento, la disillusione, l’invecchiamento, la caducità, ecc…) desideriamo comunque vivere, perché vivere ci dà un piacere fine a se stesso anche quando le condizioni in cui ci troviamo non sono al top.
Anche se moriremo e la morte sarà la fine di tutto, nel frattempo ci siamo e questo esserci reclama la nostra attenzione e la nostra cura.
Avere cura della propria vita (e anche di quella del proprio prossimo) è una manifestazione della speranza; mi prendo cura dell’oggi in attesa del domani, con il mio lavoro di adesso renderò più agevole o più pieno il tempo a venire (che sarà comunque un tempo che richiederà altre cure e altre attenzioni).
La speranza si lega così alla costruzione e al mantenersi attivi. Se ci pensiamo ogni opera umana di qualche spessore non è mai frutto di un gesto impulsivo ma comporta la stratificazione di azioni nel tempo.
Ogni giorno mi mantengo operoso in vista di domani; l’orizzonte della speranza non è la cima della montagna che si desidera conquistare ma il passo successivo al precedente.
Le impasse della speranza: disperazione e eccesso di volontà
La speranza non consiste nel voler raggiungere un obiettivo ma nelle azioni concrete messe in atto giorno dopo giorno per poterci arrivare.
Speranza equivale alla costanza, non al desiderio astratto, generico e fumoso, nè tantomeno alla bramosia imtemperante.
Così il contrario di sperare non consiste solo nel “disperare”, ovvero nel temere disperatamente di non farcela e nel sabotare se stessi in ogni modo (anticamera della depressione).
Sono contrari alla speranza anche la vaga immaginazione di un futuro migliore così come il consegnarsi ai piaceri senza criterio e senza attesa.
L’attesa infatti è una dimensione della speranza e se ci pensiamo anche dell’amore; attendere non passivamente rappresenta un esercizio che si dispiega nell’oggi e che nel tempo darà i suoi inevitabili frutti.
Sperare è “sapere” che il lavoro di oggi ci farà conquistare la meta, sempre che si possa godere del favore della fortuna.
La fortuna è in effetti un elemento importante, ma non il solo a cui si appella la speranza.
Si spera sempre che non ci siano intoppi, ma l’azione umana non è subordinata al sapere di avere il vento in poppa, anzi. Là dove le possibilità di successo sono incerte la speranza ci fa fare quel passo in più.
Nella speranza noi esseri umani ci autodeterminiamo, sperimentiamo il massimo grado di libertà perché mettiamo fra parentesi i limiti che la vita ci mette davanti e così facendo tutto il nostro essere va incontro a un cambiamento.
La speranza ci trasforma, ci leviga e affina, facendoci avvicinare al cuore più profondo di noi stessi, facendoci diventare ciò che sentiamo di essere nonostante le mille limitazioni che ci minacciano (scarsità di prospettive, salute malferma, instabilità politica, crisi economica ecc…).
Quando speriamo abbiamo delle visioni, spesso indistinte, che guidano atto dopo atto le nostre scelte, la nostra perseveranza e persino la nostra capacità di lasciare andare.
L’utilità della psicoterapia
La psicoterapia è utile soprattutto nei casi in cui la speranza (in questa accezione) è smarrita per eccesso di sfiducia o per un surplus di volontà.
Grazie alla guida del terapeuta si impara a capire le ragioni profonde che portano a disperare, a mollare il colpo, a compiere scelte controproducenti e autosabotanti.
Anche l’eccesso di volontà provoca sintomi e malessere perché la frustrazione (insita nella vita) viene mal tollerata. Sulla base di questo meccanismo vengono spesso commessi degli errori importanti, dati proprio dal non saper aspettare, dal precipitarsi ansioso e insicuro.
La consapevolezza rispetto a certi perché, quando non resta sul mero piano di conoscenza razionale ma diventa coscienza profonda di sé , del proprio passato e delle relative dinamiche psichiche ripetitive, aiuta a riallacciarsi alla speranza così come l’abbiamo definita.
Non ci si limita a “sperare in un domani migliore”, a “sperare che passi”, a sperare di “cavarsela” ma si comincia a diventare attori della propria vita, più sicuri e più coraggiosi.
La sicurezza scaturisce dall’esercizio quotidiano, dalla concentrazione, dalla disciplina, dalla curiosità, dal gusto della lenta conquista, qualunque sia la condizione favorevole che desideriamo infine raggiungere.