Attacchi di panico
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Giuseppina ha dovuto rinunciare alla pittura, sua grande passione, per far fronte alle difficoltà economiche sopraggiunte in famiglia. Dopo anni, ristabilito l’equilibrio finanziario, arriva il panico, il senso di soffocamento. Le manca letteralmente l’aria, la spinta vitale del desiderio negato. Non è troppo tardi per riscoprire i propri talenti.
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Marta, ventiseienne, viene lasciata da un uomo che per primo l’ha fatta “sentire donna”. La separazione la getta nel panico. Che valore ho senza il suo amore? Cosa vuol dire amare, desiderare, essere una donna?
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Angela è una giovane donna nella cui vita c’è stata tanta morte. Il panico segnala l’emergere del non senso dell’esistenza, del dolore e della disperazione, costringe a rallentare. Blocca il controllo della volontà che spinge invece a essere forti e ad andare avanti ignorando la propria vulnerabilità.
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Romina è una donna di trent’anni. Si è laureata da poco ma con fatica, non si è mai appassionata pienamente agli studi. Arrivano il panico, la sensazione di essere chiusa in una morsa, una prigione. Cosa voglio davvero? Chi sono io al di là dei miei genitori e delle loro aspettative?
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Andrea è un manager quarantenne, affermato. All’improvviso, dopo una promozione che segue un lungo periodo di impegno, si verificano degli attacchi di panico che gli rendono difficili alcune attività come parlare in pubblico e spostarsi in aereo. Sono inciampi al raggiungimento del successo. Cosa significano? Andrea vuole veramente la vita che crede di desiderare?
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La signora Betta ha cinquant’anni, tre figli. Arrivano gli attacchi di panico quando scopre una caratteristica molto particolare della figlia minore, che aveva sempre ignorato. Qualcosa rompe l’usuale senso di controllo e padronanza. Ed irrompe il panico come momento di perdita dei propri confini. Chi è mia figlia? Chi sono io? Chi credevo di essere?
Depressione
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Antonella è un’impiegata d’azienda. Per far fronte a una serie di problematiche si è accontentata di un lavoro monotono ma “sicuro”. Lentamente si spegne. Le sembra che la sua vita non le appartenga più. Come riallacciarsi al proprio desiderio?
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Giulia, trentenne, è una donna affascinante e di successo. Cambia molti partner ed è sempre lei a chiudere le relazioni. Un lutto le fa improvvisamente realizzare di essere sola, di non poter contare sull’affetto di nessuno. Dalla tristezza ben presto nascono degli interrogativi interessanti. Cosa la spinge a non fermarsi con nessuno? Perché ogni uomo alla fin fine è deludente?
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Marina, trentacinquenne, dopo la prima gravidanza avverte un senso di inadeguatezza come madre e come donna. Al lavoro sembra che la sua maternità sia un handicap. Come uscire dall’aut aut del o madre o donna? Come tenere insieme l’essere madre e l’essere donna, la dimensione privata e quella pubblica?
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Matteo, ventenne, vive una delusione amorosa. Da lì in poi nulla gli interessa più, cerca la solitudine, è inconcludente negli studi. A casa le cose non vanno male ma nemmeno bene, vede i genitori distanti, non più innamorati. Che gli chiedono di studiare, di dare di più. Che valore ha la tristezza per lui? Come uscirne rafforzati e con una nuova carica vitale?
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Lucia è una quarantenne piacente e dinamica, madre di due figli. Dopo dieci anni di matrimonio il marito la lascia per un’altra. È un fulmine a ciel sereno, non si era accorta di nulla. Il suo mondo all’improvviso si rivela fasullo. Le sue certezze illusioni. Il mondo si svuota ed è depressione, tristezza, perdita della voglia di vivere, autoaccuse.
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Azzurra è una donna di mezza età, ha una figlia, un modello per tutti. Brava negli studi, colta. Poi un evento sconcertante la vede protagonista. Arriva la depressione: insonnia, senso di colpa, perdita di interessi, timore del giudizio degli altri. Cosa risveglia nella donna la caduta della figlia?
Dipendenze
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Maurizio ha un buon lavoro, è sposato da qualche anno. Si ammala ma fortunatamente guarisce completamente. Per “tirarsi su” dopo la malattia inizia a bere, a bere tanto. Se ne accorge e chiede aiuto. Cosa tenta di curare con l’alcol?
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Antonio è sempre stato un po’ solitario, taciturno. Studia con profitto all’università ma l’ingresso nel mondo del lavoro lo manda in crisi. La competitività, le relazioni. L’alcol appare un compagno ideale. Non chiede nulla e fa dimenticare il dolore. Come sostituirlo con un rimedio più umano?
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Giacomo “si faceva” da giovanissimo. Aveva iniziato un po’ per caso, per aggiungere un divertimento in più alle uscite con gli amici. Oggi si trova invischiato con la sostanza, ne è diventato dipendente. Attraverso la terapia si scopre l’altra dipendenza fondamentale del giovane, quella dall’ingombrante figura paterna.
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Alda ha una storia difficile alle spalle. Ha incontrato molta violenza, ha combattuto e ce l’ha fatta. Talvolta però i fantasmi del passato riappaiono. Allora “farsi” l’aiuta a scacciare i demoni. Non sente e non pensa più a nulla. Dove trovare un’alternativa al rifugio nell’apatia della sostanza?
Disturbi del comportamento alimentare
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Marina soffre di anoressia – bulimia dall’età di sedici anni. La madre è molto concentrata sul proprio aspetto fisico e la propria femminilità, mentre il padre è preso dal suo lavoro. L’anoressia si struttura come una domanda d’amore, di riconoscimento. Sembra dire: non mi vedi che sto scomparendo?
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Lucilla è ossessionata dal peso e il vomito è un modo per liberarsi, depurarsi dal godimento del cibo. Cercare di tenerlo a distanza significa tentare di mantenere il controllo sulla vita e la sua imperfezione. Ha sempre cercato di essere una brava bambina ubbidiente, seria, scrupolosa. Ma non bastava mai!
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Laura, nella prima metà della sua vita, ha subito delle violenze in famiglia. Non mangiare l’aiuta a prendere le distanze dal trauma, le fa sentire di non dover dipendere da nessuno. Le dà un’identità solida, su cui contare.
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Tiziana ha una madre sempre presente, le dimostra il suo amore dandole delle cose, molto spesso cibo. Il padre in questo scenario non c’è. La scelta per l’anoressia per lei ha il valore di una separazione sofferta dalle richieste pressanti dell’altro.
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Stefano ormai è adulto ma durante l’infanzia ha sempre ricevuto percosse dal padre. Oggi vomita. È il suo modo per allontanare da sé l’invadenza della violenza subita.
Disturbi psicosomatici
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Orietta è una signora di mezza età, rimasta sola dopo la morte del marito e la partenza dei figli per altre città. Dopo circa un anno da questi eventi sviluppa una gastrite. Dolori molto forti la portano a svolgere indagini accurate sul suo stato fisico. La medicina le cura il corpo ma il malessere, seppur attenuato, rimane. Decide di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, con il quale finalmente inizierà ad elaborare la serie di lutti.
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Giuseppe, trentacinque anni, lavora presso la stessa azienda da molti anni senza riconoscimenti né possibilità di cambiamento. E’ solo, ha molti conoscenti ma serie difficoltà nello stabilire relazioni durature, anche con l’altro sesso. L’emicrania lo assale all’improvviso durante una giornata lavorativa in cui come al solito si sente vessato dal capoufficio e non gli dà tregua per mesi. Inizia ad assentarsi dall’odiato ufficio. I farmaci prescritti dallo specialista lo aiutano ma lui decide di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta, vuole capire come mai gli sia stato possibile allontanarsi dal posto di lavoro solo grazie ad un dolore fisico così intenso.
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Cristina è una lavoratrice accanita, svolge un’attività prevalentemente maschile, che la vede impegnata nella gestione di numerosi collaboratori. Durante l’università non si era concessa pause per ottenere il massimo dei voti nel minor tempo possibile. All’epoca aveva sviluppato una dermatite, curata poi farmacologicamente, che oggi si ripresenta in maniera però ancor più invasiva. Questa ripetizione la spinge a chiedersi quali siano le cause profonde del suo male ed insieme al suo psicoterapeuta rintraccia un evento del suo lontano passato che era stato ignorato per anni…
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Alessandra, sebbene ultratrentenne, svolge due lavori per potersi mantenere e pagare l’università, che aveva dovuto interrompere in gioventù a causa dei problemi economici insorti per via della malattia del padre. Dopo la sua morte aveva iniziato a soffrire di calcoli renali. Insieme allo psicoterapeuta scoprirà di non aver avuto il tempo per metabolizzare il dolore della perdita, negato per la necessità di affrontare la concretezza del quotidiano. Da lì i calcoli, come pietre, resti di un lutto non del tutto elaborato
Ossessioni
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Alice ha visto morire il fidanzato e la migliore amica durante un incidente stradale. Sono passati già alcuni anni e il dolore acuto si è smorzato. Un nuovo amore sembra poter nascere. Tuttavia è in dubbio, non sa se accettare o meno il corteggiamento. La sua mente è impegnata a rimuginare di continuo su come avrebbero potuto andare le cose se nelle ore prima dell’incidente avesse fatto questa o quest’altra cosa. E’ come se una parte di sé le dicesse di essere cattiva ed egoista. Come smorzare questo rimuginare ossessivo? Come mitigare l’inflessibilità delle autoaccuse?
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Antonello è un uomo soddisfatto. Un buon lavoro, una bella famiglia. Al compimento del quarantesimo anno di età gli succede però qualcosa di strano. Da semplici considerazioni sul passare del tempo inizia via via a fissarsi sul tema della caducità della vita. Si interroga di continuo sul mistero della vita e della morte, si chiude in se stesso, si mostra geloso e intollerante nei confronti della vitalità della moglie. Non siamo più ragazzini! le dice di fronte a sue semplici manifestazioni di gioia. Cosa ha provocato questa crisi?
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Mirko da ragazzo era timido e impacciato con le donne. Oggi è invece sicuro di sé e molto affascinante. Tuttavia quella che era una caratteristica a cui in passato non dava peso sta iniziando a interrogarlo. Dopo aver fatto l’amore con una donna la deve cacciare dal suo letto. Non può dormire insieme a lei, altrimenti una serie di pensieri tormentosi gli impedisce di lasciarsi andare al sonno. Come poter mantenere vivo il desiderio per una donna amandola nello stesso tempo?
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Filippo è un uomo di cultura, tutto pensiero astratto e controllo. La sua attitudine alla riflessione e allo studio lo portano però a trascurare la moglie. Tutto in casa deve svolgersi secondo una sequenza ordinata, per potergli lasciare il tempo di dedicarsi alle sue passioni intellettuali. Anche la sessualità diventa sbrigativa e meccanica. Va in crisi quando la moglie lo lascia. Allora chiede aiuto…
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Marco è uno studente in gamba. Scrupoloso, meticoloso. È sempre stato un “bravo ragazzo”. Da un po’ non riesce a concentrasi negli studi. È costantemente distratto da pensieri intrusivi, fantasticherie, sogni ad occhi aperti. Che lo portano ad arrivare impreparato agli esami. Cosa mette in scacco il suo pensiero?