Come guarire dalla depressione?
Il ruolo della psicoterapia nella cura della depressione
Guarire dalla depressione è possibile, anche in tempi piuttosto brevi, senza dover necessariamente ricorrere all’uso dei farmaci. La psicoterapia costituisce infatti la cura più efficace della depressione, perché coinvolge chi ne soffre su due fronti, quello del trattamento dei sintomi che fanno soffrire nel presente e quello della ricerca delle cause profonde che ne hanno determinato l’instaurazione. Tutto ciò avviene all’interno di una relazione terapeutica, strumento insostituibile in grado di mobilitare le potenzialità bloccate dallo stato depressivo.
Che cos’è la depressione
La depressione rappresenta una condizione di dolore emotivo protratto nel tempo, che si manifesta con la percezione spesso angosciosa di un progressivo scolorimento delle emozioni e delle aspettative di vita.
Il malessere nella depressione tende ad essere sordo, come un perenne stato di ottundimento dei sensi e di sbiadimento del sé inframmezzato tuttavia da momenti di acuta sofferenza, in cui la vitalità apparentemente appassita si risveglia con veemenza.
Una quieta e dilagante tristezza, caratterizzata da sentimenti di scarsa autostima e di colpa costituisce dunque la figura centrale nella depressione, in cui ciclicamente si presentano tempeste ed esplosioni molto forti.
A livello comportamentale si verifica un generale rallentamento psicomotorio, che può arrivare fino alla perdita totale degli interessi e portare all’incapacità di mantenere l’energia e la concentrazione per svolgere anche semplici attività quotidiane.
Spesso diventa difficile se non impossibile lavorare, socializzare e mantenersi attivi. Lasciarsi andare completamente al nulla costituisce nelle prime fasi della depressione dapprima una tentazione, che può radicalizzarsi e concretizzarsi se il problema non viene riconosciuto e trattato per tempo.
Le cause della depressione
Alla base del malessere depressivo troviamo quasi sempre un mix di vulnerabilità costituzionale e di esperienze negative vissute soprattutto nel periodo dell’infanzia.
Essere caratterialmente introversi non aiuta, soprattutto se l’ambiente circostante durante lo sviluppo non agevola ma ostacola in maniera impattante lo sviluppo armonico della personalità.
Ciò che tuttavia davvero espone alla caduta nel baratro depressivo è la scarsa capacità di riconoscere le proprie emozioni e i propri pensieri disfunzionali nel momento in cui si generano (e di capirne fino in fondo le origini). Coloro che sono più esposti alla depressione offrono all’emozione negativa una sorta di cieco consenso, la considerano, cioè, come ineluttabile e non manipolabile attraverso l’elaborazione psichica.
L’esperienza di essere travolti da qualcosa, da un’onda inarrestabile nei confronti della quale poco si può fare è dunque centrale ai fini del successivo sviluppo di affetti depressivi.
L’impotenza e la passività non costituiscono quindi solamente una pura manifestazione sintomatica della depressione ma anche una condizione psicologica di vulnerabilità emotiva precedente, latente rispetto all’espressione patologica.
Eventi di vita complessi come lutti, separazioni, perdite possono slatentizzare tale vulnerabilità, mentre fattori protettivi stabili possono evitarne la comparsa.
La psicoterapia della depressione
Si capisce allora come la psicoterapia della depressione sia essenziale non solo per ripristinare un buon compenso psicologico, ma anche per evitare ricadute future.
Perché il trattamento psicologico sia di successo è necessario da una parte che lo psicoterapeuta sia preparato, umanamente capace e comunicativo, dall’altra che il paziente gli accordi piano piano la sua fiducia.
Da questa situazione essenziale scaturiscono gli effetti terapeutici immediati e quelli di lungo termine.
Nel giro di poco la comunicazione di livello che si instaura fra il professionista e la persona che soffre rompe il guscio di incomunicabilità, di isolamento e di appiattimento emotivo che alimentano come un vortice lo stato depressivo, facendo risvegliare la speranza e l’impulso alla vita.
Via via diventa così possibile accedere non solo ai contenuti e agli eventi significativi della biografia personale, ma anche ai meccanismi mentali che tipizzano l’approccio del paziente.
Si possono così individuare i deficit di elaborazione che hanno determinato la passività.
A questo punto non solo vengono scoperti e attribuiti significati nuovi e più ricchi alle esperienze o situazioni relazionali complesse rimaste non elaborate (con tutto il correlato di benefici nel poter finalmente vedere con chiarezza là dove pareva di avere già tutto chiaro) ma si impara anche una sorta di tecnica introspettiva che viene portata avanti anche fuori dallo spazio della seduta con il terapeuta.
Inoltre il paziente sulla scorta di questa elevazione di consapevolezza anziché continuare a intestardirsi in situazioni che lo espongono all’incremento del suo malessere diventa autonomamente sempre più capace di trovare dei fattori protettivi, ovvero quelle persone, routine, attività o contesti che lo riparano da nuove ricadute.
La psicoterapia oltre a costituire un intervento essenziale per guarire dalla depressione, si profila dunque nello stesso tempo anche come un percorso di prevenzione nei confronti delle ricadute future.