Depressione e rabbia: perché la rabbia si lega alla depressione e come affrontarla

Le esplosioni di collera nella depressione: significato e cura
Se è intuitivo riconoscere nei silenzi e nella tristezza le tracce del male di vivere, meno immediato è associare rabbia e depressione.
Gli scoppi di rabbia infatti apparentemente rimandano a una condizione di attivazione psichica, in contrasto con la prostrazione e lo sconforto che permeano lo stato depressivo.
In realtà l’irritabilità del soggetto depresso non racchiude nessun potenziale concretamente costruttivo, ma si configura piuttosto come una manifestazione senza una finalità precisa, come un grido, un’invettiva in risposta a un senso interiore di totale disperazione e impotenza.
Riconoscere la stizza come sintomo della depressione è allora di cruciale importanza, per capirne dettagliatamente il senso e per alleviarne nella cura gli effetti distruttivi sul sè e nelle relazioni interpersonali.
Come si manifesta il disappunto nella depressione
La collera tipica della depressione si distingue da quella comune perché non viene gestita in modo efficace.
La pressione interiore infatti è così forte da impedire un fattivo autocontrollo sulla parola e sui comportamenti: la rabbia o viene trattenuta (dando luogo ad una modalità passivo-aggressiva) oppure viene evacuata tramite scoppi d’ira furibondi (che in un secondo momento non fanno altro che incrementare il preesistente senso di vergogna e di colpa).
La caratteristica saliente del furore nei quadri di depressione è di essere rivolto contro la persona stessa che lo sta vivendo: anche quando concretamente si scaglia con violenza contro l’altro, questi rappresenta soltanto un bersaglio esteriore su cui viene riversata la frustrazione legata alla percezione interna di non riuscire ad uscire da un vicolo cieco.
Quali sono le cause della collera associata alla depressione
Soffrire di depressione significa allora essere in perenne guerra contro se stessi.
È tipica l’esperienza di sentirsi divisi in due parti, un sè autentico ma vulnerabile in opposizione a un sè giudicante e tirannico.
La rabbia scaturisce dalla pressione insopportabile esercitata dal sè giudicante, che in queste situazioni si allarga a dismisura con richieste sempre più pesanti da sostenere.
Sul lavoro, a casa, nello sport bisogna essere bravi, performanti; una voce interiore incalza giudicando l’operato e alzando continuamente l’asticella dei risultati da raggiungere.
Nella mente del depresso non risultare all’altezza delle aspettative del suo giudice interiore è fonte di frustrazione ma anche di nervosismo e stress: bastano piccoli intoppi del quotidiano per far deflagrare la reazione violenta.
Il legame tra depressione e frustrazione si coglie in maniera nitida nel momento in cui gli standard irrealistici di perfezione sono dolorosamente percepiti come inaccessibili: anche di fronte a un piccolo fallimento la persona si sente ridotta a un niente senza senso, schiacciata dal peso di un Super - Io ipertrofico alla cui presa non ci si può sottrarre.
Perché darsi da fare, lottare, provarci ancora se si è condannati a una fatica senza sosta per restare all’infinito appena al di sopra della mediocrità? La soluzione del depresso può essere molto pericolosa: lasciarsi andare al nulla, all’abulia più totale, alla solitudine, alla morte.
Come gestire la violenza nella depressione in psicoterapia
La psicoterapia per l'irritazione cronica nella depressione non ha di mira la cessazione del sintomo tramite rassicurazioni o prescrizioni comportamentali (che possono essere percepite come sminuenti o colpevolizzanti).
Essa segue in larga parte le linee guida che valgono per il trattamento classico dei disturbi dell’umore (come guarire dalla depressione), basate sull’ascolto attento e sul transfert terapeutico.
La rabbia nascosta nella tristezza profonda è importante che venga riconosciuta e capita nel suo pieno significato.
Essa può fungere da porta di accesso per cogliere la natura concreta delle dinamiche che fanno soffrire e che alimentano il pensiero negativo.
Ad esempio una sfuriata con il partner o un collega di lavoro possono rappresentare in terapia lo spunto per avvicinarsi al nucleo originario della sofferenza emotiva.
Può così venire alla luce il bisogno di amore incondizionato andato incontro a frustrazioni ripetute; ormai si è convinti di non valere nulla e l’ennesima mancanza dell’altro costituisce la conferma della scarsa importanza della propria persona.
La voce interiore auto denigrante può così venir udita dietro al rumore delle urla rivolte all’altro.
Mettersi dalla parte del sè autentico maltrattato e non riconosciuto ha un potere rinfrancante perché rinsalda un poco l’alleanza perduta o mai instaurata con il proprio vero sè, desideroso di essere amato per quello che è e non per la propria eccellenza.
Amarsi un po’ di più, non per i successi ma per il proprio essere senziente, è un traguardo importantissimo in ogni cura della depressione con rabbia e irritabilità.
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